di Alex
Capuozzo
Una
cosa non mi è chiara: perché strapparlo in sei episodi della durata variabile
tra i 16 e i 22 minuti comprensivi di titoli di testa e di coda?
Anche io ho visto in una uggiosa giornata di
novembre la serie di Michele Rech, classe 1983, romano de Roma, alias
Zerocalcare, su Netflix “Strappare Lungo i Bordi”. Bella, mi è piaciuta,
qualche osservazione da fare ma subito dopo mi è tornata la voglia di prendere
carta e pennarelli e disegnare improbabili omini per dar forma ai pensieri.
Magari fossi capace. Il bello dei fumetti e dei cartoni animati è che sono
linguaggi duttili assai, dove si può dar sfogo alla fantasia e realizzare le
situazioni più ardite. In Italia negli anni Settanta si è cominciato a parlare
di cinema d’animazione proprio per la profondità dei contenuti espressi in
alcune opere. Più recente l’evoluzione dei fumetti in graphic novel. In Italia
siamo sempre stati messi bene ad autori e disegnatori. Vi risparmio la breve
storia del fumetto italiano ma non posso non dedicare un pensiero a Bruno
Bozzetto che praticava molto bene l’arte dell’animazione e ricordare, a
beneficio di tutti noi, l’immensa opera di gente come Bonvi, Jacovitti, Magnus
e tanti altri. Tutta gente che ha saputo fare satira e critica sociale in punta
di matita, quando le tavolette grafiche e gli iPad ancora non esistevano e se
sbagliavi dovevi ricominciare tutto da capo. Zerocalcare viene di lì.

È
bravo. Non fa caricature anche se il tratto è vivace, non la mette giù dura
anche se il tema che affronta è difficile e tragicamente attuale. La parlata
del protagonista spiccatamente romanesca è genuina e ho apprezzato molto anche
lo svolgimento dell’azione che finché non arrivi al quinto episodio non capisci
dove vuole andare a parare e poi ci rimani malissimo, perché ti aspettavi una
cosa leggera e invece ti arrivano due schiaffoni che neanche tu capisci bene da
dove sono arrivati.
Confesso
di non conoscere bene tutta l’opera di Michele ma questo “Strappare Lungo i
Bordi” è bello e va visto. Ripeto: lo avrei preferito in una unica confezione,
sarebbe stato un meraviglioso film d’animazione. Questa cosa che sento dire
spesso da tutti quelli che si presentano con la livrea degli esperti in
comunicazione, che i contenuti devono essere brevi, che il pubblico ha la
soglia dell’attenzione bassa, che tutto deve essere veloce va decisamente
rivista. Vietato guardarlo dal tablet o dal telefonino smart. Va bè, non voglio
mettere a dura prova la vostra attenzione, mettetevi comodi sul divano,
accendete Netflix e guardatevi sto cartone senza pregiudizi. Se avete un
adolescente in casa guardatelo insieme.
P.S.:
Il disegnino che ho messo qui sopra è un mio personale omaggio a Michele, che
poi, mi sa che devo esercitarmi ancora molto con la matita.
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