PATCHWORKS: una nuova web serie che sta spopolando

di Maura Messina

Patchworks fa parte di quelle proposte evolute del panorama delle web series che riescono ad attirare spettatori che, rapiti dalle intrigate trame e dalle acute dinamiche tecniche, rimangono incollati a seguire anche più puntate consecutive. Abbiamo incontrato il regista partenopeo, Marco Benincasa, per saperne di più su questo suo ultimo lavoro.

Come nasce Patchworks? 
Cominciamo con il dire che “Patchworks” è un prodotto della “Coltre Nevosa R.V.”, una produzione cinematografica che vede a capo una persona speciale, Raffaele Ventola, poeta pluripremiato e sceneggiatore, amante raffinato del cinema, a cui i grazie non basterebbero mai. Noi molto spesso lavoriamo insieme, si può dire che ormai non abbiamo più un rapporto lavorativo ma direi che siamo una vera e propria famiglia, con l’obiettivo di creare un vero e proprio polo cinematografico Napoletano. La nostra famiglia si allarga ad ogni lavoro e questo succede soprattutto con tutti gli attori di Patchworks, ovvero famiglia Patchworks! Come è nato tutto questo? Un giorno la produzione mi chiama e mi dice che ci sono i presupposti per realizzare un prodotto leggero, una sitcom italiana, simpatica ed irriverente, io che sono un regista che fa principalmente noir e thriller, accetto con entusiasmo la sfida, e adesso eccoci qua.

Tra i personaggi quale preferisci e perché?
Non esiste un personaggio preferito nella sitcom, li amo tutti indistintamente proprio perché non sono 5 personaggi ma sono un tutt’uno divisi in 5, come una mano a cinque dita, non puoi dire quale dito è più importante di un altro. La cosa bella, devo dire è stata ed è tutt’ora quell’energia che ci ha accompagnato nel realizzare il prodotto dal giorno in cui Raffaele mi chiamò di notte entusiasta al giorno in cui io e Davide davanti alla grandine ed un caffè schiumato realizzammo i personaggi, lasciandoci pervadere dalla follia. Vi svelo l’arcano. All’epoca dei casting iniziali che facemmo con la produzione incontrai diversi attori, ma uno con cui lavoro spesso è Davide, che oltre ad essere un attore formidabile, è anche una fantastica penna e quindi è tutto dire. Ci mettemmo ore ed ore, caffè su caffè, delineando minuziosamente tutti i personaggi, dai vestiti ai modi di fare, fino ad arrivare al linguaggio. Poi mi dedicai accuratamente alla ricerca fisica degli attori e devo dire che sono stato fortunato ad avere attrici ed attori di straordinario talento che oltre al semplice rapporto lavorativo hanno instaurato un rapporto di affetto e di fiducia. Vorrei urlarlo a gran voce perché se lo meritano davvero: Gabriella Vitiello è la nostra “Bernadette”, Tonia Carbone è la nostra “Anna”, Miriana Minichino è la nostra “Olivia” Paolo Gentile è il nostro “Claudio” ed ovviamente Davide Magliuolo è il nostro “Davide”. Benvenuti nella famiglia “Patchworks”!

C'è un messaggio che vorresti trasmettere attraverso questo lavoro?
Patchworks non ha un obiettivo preciso se non quello di essere un prodotto leggero, di compagnia e che spesso, (questo lo vedrete anche con le puntate future) ha il dono di essere una sitcom che punta alla semplicità, all’ironia con un pizzico di follia, un po' come è in fondo la vita vera. Cinque coinquilini che vivono storie infinite e che hanno tutti un sogno bello stresso nel cassetto. Voi che ci accompagnerete in questo viaggio ve ne godrete le sfumature, vivendo le avventure della casa più matta d’Italia!

C'è qualcuno che vorresti ringraziare?
Vorrei ringraziare affettuosamente tutti, forse solo noi sappiamo il sudore, la fatica, l’audacia, la concentrazione che abbiamo messo ogni secondo sul set e quindi oltre alla prova ardua effettuata dagli attori, vorrei ringraziare tutta la squadra tecnica che lavora al mio fianco, sopportandomi costantemente oltre la stanchezza e supportandomi nel realizzare al meglio questo prodotto. Godetevi le puntate!

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